Resilienza…quanto siamo resilienti?

Correndo affannosamente nella jungla di internet, pur di trovare testimonianze e prove che lo sport favorisce lo studio, che fare sport rende più abili e ci fa apprendere meglio,  mi sono imbattuta nel sito della Luiss e del Prof. Trabucchi. Bisogna dimostrare che un liceo sportivo è sano, è utile per l’educazione e la crescita dei ragazzi, e venerdì alla Svoc durante il convegno”Amare il mare…studiare il mare” dovrò convincere la platea che il Liceo del Mare è attuale, è necessario.

Avidamente ho letto le parole , ho guardato i video ed ho scoperto  delle storie bellissime. Come quella del nepalese alle Olimpiadi di Torino 2006.

 

Ma la storia inizia dalla resilienza, che forse mi ricordava molto l’esame di fisica al primo anno di università.

“Le difficoltà rafforzano la mente, così come il lavoro irrobustisce il corpo.”
Seneca

Il mondo dello sport estremizza lo stress e le difficoltà. E premia chi lo sa gestire meglio. Di conseguenza, ogni atleta dovrebbe caratterizzarsi per essere -per prima cosa, senza riguardo alla disciplina di appartenenza- qualcuno molto abile nel fronteggiare le difficoltà. Qualcuno disposto ad affrontare un problema dietro l’altro, a misurarsi con tutti i tipi di disagio, a reggere a stress notevolissimi. Qualcuno -per farla breve- molto resiliente. Non importa a quale disciplina appartenga: che sia un podista, un nuotatore, un ciclista. Per prima cosa un atleta dovrebbe essere qualcuno strutturato per affrontare le difficoltà.

Visto da questo punto di vista lo sport diventa interessante per molte persone, anche per quelle che si definiscono non “sportive”. Ci si potrebbe spingere persino a recuperare il concetto di “sport come scuola di vita” senza rischiare il ridicolo: ridicolo in quanto -alla luce di molti fatti di cronaca- attualmente lo sport sembra imitare della vita solo gli aspetti negativi. Lo sport è una metafora della vita, una prova severa che – quasi per contratto- ti deve sottoporre ogni tipo di difficoltà. E che ti costringe (se glielo permetti: la storia sportiva è piena di talenti inarrivabili ma pochissimo resilienti, vedi alla voce “stelle del calcio”) a sviluppare le doti necessarie per affrontare gli ostacoli, la frustrazione, l’insuccesso, la solitudine, la sfortuna. Lo sport, insomma, non gli darà solo vantaggi fisici – ciò ormai lo sappiamo alla nausea: gli darà anche un vantaggio mentale.

Credo che solo il cappello introduttivo possa darmi una mano nella stesura del mio discorso!